“L'uomo è per natura un animale sociale”, così, con il termine πολιτικoν, il filosofo Aristotele spiega e riassume uno dei caratteri più propri dell'essere umano, e cioè la sua “politicità”, il suo bisogno di confronto e di rapporto, senza il quale sarebbe un comune animale solitario.
Concetto, ripreso e ampliato da Stephen King, e sul quale si basa uno dei suoi più celebri romanzi: Shining. Qui il noto scrittore ci approfondisce il lato "solitario" umano e le sue conseguenze, scegliendo di prendere in analisi la possibilità nella quale l'uomo venga abbandonato dai suoi simili e segregato nello spazio e nel tempo, fisicamente e psicologicamente. Questa chiave di lettura è ancora più invadente nell'ancor più famoso adattamento cinematografico di Stanley Kubrick. Il regista dalle metafore occulte, infatti, ci lascia la possibilità di riflettere sulle conseguenze e gli "effetti collaterali" psichiatrici e psicologici della solitudine di Jack Torrance (protagonista indiscusso della pellicola, nonché padre di Danny Torrance), grazie a stretti primi piani che si focalizzano sulle micro-espressioni facciali che richiamano alla follia.
In breve, sì: a quanto pare Aristotele ha ispirato uno dei più grandi horror della letteratura contemporanea!
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