L'Eretteo ospita in una sua piccola loggia le Cariatidi che, ormai da secoli, vegliano sulla città dall'alto dell'Acropoli di Atene. Non possiamo nemmeno lontanamente immaginare quante cose abbiano visto quegli occhi di marmo, ma sabbiamo invece da quanto e perché siano lì.
Il significato delle Cariatidi
La cariatide è una scultura con funzione strutturale. Infatti, sostituiscono solitamente le colonne, ma possono anche essere usate come lesene e paraste, elementi tipici dell’architettura classica greca. Solitamente hanno fattezze femminili, ma esistono anche versioni maschili che prendono il nome di talamoni o atlanti.
Per quanto riguarda il loro significato, invece, il dibattito è ancora aperto. Infatti, molte sono le ipotesi vagliate dagli archeologi e dagli esperti di arte greca. Tuttavia, la più convincente sostiene che queste sculture femminili siano portatrici di libagioni, in omaggio alla tomba del primo re di Atene.
Storia dell'Eretteo e delle Cariatidi
Per comprendere a pieno il significato delle Cariatidi, però, dobbiamo approfondire la loro incredibile storia. Nonostante siano le più famose, le Cariatidi dell’Eretteo di Atene non sono le prime. Infatti sculture di questo tipo vennero utilizzate già in epoca arcaica intorno al V secolo a.C. Un esempio sono le cariatidi che si trovano nel Santuario di Apollo a Delfi.
L'interpretazione di Vitruvio
Il primo studioso a occuparsi di queste sculture, è Marco Vitruvio Pollione. Infatti, ne parla già all’interno del primo libro di uno dei più grandi trattati sull’architettura classica, il De Architettura, scritto intorno al 15 a.C. La sua analisi parte dall’origine del nome karyatis, ovvero donna di Karyes, una città del Peloponneso.
La leggenda narra che, a seguito dell’appoggio fornito ai persiani, le donne di questa città furono rese schiave dagli ateniesi. La versione dell’architetto romano le inquadra come portatrici del peso dell’intero edificio in espiazione alla loro colpa. Ma tale ipotesi non convince del tutto, sopratutto analizzando l’espressione sul volto delle sculture.
Le fanciulle danzanti
Come già detto in precedenza, le Cariatidi dell’Eretteo non sono le prime ad essere realizzate. Vitruvio, nelle sue considerazioni, non teneva conto di quelle realizzate nei secoli precedenti alle guerre contro l’esercito di Serse. L’espressione sul viso delle Cariatidi presenti sull’Acropoli infatti non sembra comunicare “fatica”, anzi appaiono imperturbabili.
Per questo motivo alcuni studiosi sostengono che rappresentino dei korai “κόρη“, sculture femminili aventi funzioni votive. Tale ipotesi è avvalorata dai ritrovamenti di statuaria simile all’interno della colmata persiana. Le Cariatidi dell’Eretteo sarebbero dunque le fanciulle danzanti del villaggio di Karya, situato in Laconia, famose per le loro danze in onore della Dea Artemide.
La figlia del re serpente
L’ultima ipotesi che svelerebbe il significato delle Cariatidi è da ricercarsi nella mitologia dell’Attica antica. Infatti Eretteo, sesto re di Atene, durante la guerra contro gli Eleusini, dovette prendere una decisione a dir poco drastica. Per vincere lo scontro contro Eumopolo, figlio di Poseidone, apprese dall’oracolo di Delfi che sarebbe stato necessario il sacrificio di una delle sue figlie. Il prode condottiero scelse Ctonia, ma il dolore per tale scelta spinse anche le altre cinque sorelle al suicidio. Per questo motivo, alcuni studiosi ipotizzano che la chiave per comprendere il significato delle Cariatidi sia un modo per ricordare questa vicenda mitologica.
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