Kaos è una serie unica nella sua narrazione, che ci si può godere appieno, anche nel suo frangente comico, se si ha qualche nozione su dei, semidei e miti della culla della cultura mediterranea.
Introduzione
I miti greci sono ancora oggi uno dei pilastri della nostra cultura (chi segue la nostra rubrica a cura di Ludovica Zamponi lo sa bene). Kaos li conosce bene e ci gioca parecchio, proponendone una versione contemporanea che si rivela avvincente sin dalle prime battute. Gli intenti artistici di questa serie – deliziosamente tragicomica – mirano più a un intrattenimento leggero che al dramma, ma non mancano i momenti duri, pesanti o tristi.
Si sa che i personaggi mitologici dell’antichità classica avevano tutti i pregi e i difetti degli uomini. E nel caso degli dei, la cosa saliva a livelli parossistici.
I poemi epici, soprattutto quelli attribuiti a Omero, ci mostrano infatti delle divinità invidiose, rabbiose e prese dalle passioni. Anche in occasione della Guerra di Troia (alla quale la serie fa tantissimi riferimenti), gli dell’Olimpo si sono comportati come dei tifosi, se non degli ultrà, di una piuttosto che di un'altra squadra di calcio. Nella serie, quindi, possiamo vedere Poseidone minacciare un Minosse, qui moderno Presidente invece di antico Re, in un modo quasi malavitoso. Tutto ciò, perché ha fatto di testa propria nel prendere una decisione importante. Quando poi lo stesso Minosse si impone sulla figlia Ari (diminutivo della storica Arianna), ecco arrivare il concetto “questa è la volontà degli dei”, che a noi moderni sembra ridicolo, ma invece tappa la bocca alla principessa, per quanto lei si dimostri sempre risoluta. Il motivo? Nel mondo della serie le profezie vengono accettate senza fiatare e sono talmente pervasive da essere un argomento di conversazione. Al destino, comunque, non sfuggono neppure le divinità. Anzi, molto spesso, com’è tipico della mitologia greca, i provvedimenti che si prendono per scongiurare una profezia finiscono per farla avverare. Così, per apprezzare fino in fondo questo show, è meglio avere un'idea di ciò che sono i personaggi in origine e come sono stati resi per l'occasione e tenere d'occhio ogni dettaglio.
Gli easter egg più "mitologici" presenti nella serie
Alcuni di questi rimandi risultano più evidenti, mentre altri compaiono solo per una frazione di secondo. Non sono necessari a comprendere lo show televisivo, ma aggiungono senz’altro sapore e dettagli interessanti all’universo narrativo di Kaos.
Si comincia da quando Euridice (che qui tutti chiamano Riddy) va a fare la spesa per il suo Orfeo. Al supermarket sono in vendita dei cereali a forma di piede che si chiamano “Tallone d’Achille”, unico punto debole dell’eroe. Ci sono anche dei cereali dedicati a Gea/Gaia, la dea della terra e dei croccanti al miele, detti “Spartan Crunch”, fatti con il miele dell’Olimpo. Qui va aperta una parentesi: nel mito greco canonico, le api sono esclusivamente un’invenzione di Zeus. Nella serie, invece, Era le crea trasformando immancabilmente le donne con cui il marito la tradisce in questi laboriosi insetti e poi le controlla a piacimento, tanto che spesso la si vede in veste di apicultrice. Costringe poi Zeus a uccidere gli eventuali figli nati dalle sue scappatelle, dopo averli fatti nascere all’istante con la magia. Non male per quella che il mito vede come la protettrice delle donne, del matrimonio e della famiglia.
Tornando a Orfeo, che il mito ci consegna come impareggiabile poeta e musicista, nella serie è un celebre cantautore pop-rock e si è fatto tatuare una lira - suo strumento d’elezione - sulla parte interna dell’avambraccio. Inoltre la sua manager si chiama Calli, diminutivo di Calliope, la Musa della poesia epica che nella mitologia è stata anche sua maestra. Inoltre, quando la sua amata Euridice viene uccisa, costei ha al dito un anello in forma di serpente e viene centrata in pieno da un camion con su scritto “Serpent Solutions”. In effetti, nel mito che la riguarda, la sfortunata fanciulla calpesta un serpente che poi la morde, uccidendola proprio mentre scappa da Orfeo, che le leggende dipingono come eccessivo nelle sue attenzioni.
È interessante anche notare come la discoteca dove il dio Dionisio ama fare baldoria si chiami Panopeus, un nome che rimanda a Panopeo, una città famosa per le danze e per il culto del dio del vino e dell’ebbrezza, Dioniso appunto.
Un'altra citazione interessante: gli orologi del negozio in cui questa divinità si avventura hanno un brand che ricorda la grafia greca di “Core”, nome che si può applicare sia alla dea delle stagioni, Demetra, che a Persefone. La vita di entrambe è scandita dal tempo, quindi si tratta di una scelta molto appropriata quando si parla di orologi.
Molti easter egg della serie funzionano ancora meglio quando sono collegati fra di loro: il locale che si chiama “The Cave”, ossia “La caverna”, in un rimando a quella che Orfeo attraversò nel suo viaggio verso l’oltretomba, è gestito da un tal Poly, un personaggio che porta una benda sull’occhio, citazione perfetta del ciclope Polifemo. Tutto il viaggio di Orfeo, per quanto moderno, richiama il percorso dei defunti tipico della mitologia greca, ivi compresa la perdita dei colori. La serie ha infatti scelto di girare in bianco e nero le scene ambientate nell’oltretomba.
Del pari, Cassandra (senza essere creduta, in perfetta coerenza con il mito che la riguarda) cita “uomini nel cavallo” e “la ragazzina” da sacrificare agli dei per avere i venti più propizi possibile, facendo due velocissimi rimandi, rispettivamente al cavallo di Troia e al sacrificio di Ifigenia, in un perfetto equilibrio tra ironia e brutalità.
La serie ripropone anche le Erinni, dispensatrici di una giustizia brutale e inarrestabile, come bikers super toste, una delle quali ha una toppa con su scritto “Avenge”, a simboleggiare la vendetta sui torti subiti. In uno dei loro momenti migliori, attraverso una tv via cavo (novello “filo di Arianna”), permettono alla principessa di far luce sul suo passato, aprendo al miglior cliffhanger dello show.
Altri collegamenti “incrociati” tra la serie e le leggende greche vengono offerti da due personaggi che si affrontano in un’arena. Uno, lo spartano Carl Crixus, e l’altra, l’Amazzone Ippolita, si scontrano fino a uccidersi a vicenda. Crixus abbatte Ippolita solo attaccandola alle spalle, in piena coerenza con la tradizione secondo cui le Amazzoni erano così brave a combattere che potevano essere sconfitte solo in modo sleale.
I rimandi e gli easter egg di natura più spiccatamente storico-politica
L’amore della serie per le grafie classiche già visto nel caso del brand di orologi, si rivela anche in “Krete”, il modo greco di indicare l’isola. In effetti, molti degli elementi stilistici e narrativi visti all’interno di Kaos farebbero pensare a una Terra alternativa, nella quale i minoici hanno portato la loro cultura, divinità comprese, a essere importantissima.
Di certo (e lo si vede in più episodi della serie) la bandiera dell’isola è quella dello Stato Cretese, mentre il già citato Presidente Minosse, ha modo di sfoggiare anche una cravatta con sopra dei motivi simili a quelli che si possono vedere sul Disco di Festo.
Inoltre, vengono menzionate sia Atene che Sparta; la città in Attica ha un sistema politico diverso da quello dell’isola. Se ne può quindi dedurre che la soluzione delle polis, ovvero delle città-Stato, è sopravvissuta fino all’età contemporanea e che anche la civiltà micenea ha il suo spazio. In ogni caso, il modello culturalmente e artisticamente dominante è quello greco praticamente in tutto il mondo visto finora nella serie.
Lo dimostra anche lo status socio-economico dei troiani, ghettizzati e marchiati dopo la loro sconfitta sui campi di battaglia. Probabilmente, Ilio e le sue terre sono anche una sorta di metafora del Medio Oriente, in quanto le pompe di benzina hanno come logo Tyndareus, ossia il nome di re Tindaro, padre della principessa troiana Elena, la donna più bella del mondo antico e casus belli del conflitto. Va detto: non tutto è perduto per i troiani, lo dimostra anche l’alleanza tra Ari (Arianna) di Krete e Andromaca (la principessa troiana più in vista) che chiude la serie.
In che modo sono rappresentate le più importanti divinità dell'Olimpo in Kaos?
Partiamo da uno dei più interessanti, Prometeo. Merita pienamente il suo nome, che significa “colui che riflette prima di agire”, per come tiene le fila di tutto e, se non il fuoco, cerca di portare all'umanità la vita decente che offre la libertà.
Poseidone è il tirapiedi del fratello Zeus, più un faccendiere mafioso che il dio del mare. Abbronzatissimo e pieno di brillocchi, anche quando si tratta di scegliere gli abiti, vive su uno yacht (in cui succede di tutto).
Era è potente e terribile. Si sente regina quanto il fratello e consorte, Zeus, qui elevato al cubo in tracce di umanità. Lo vediamo prepotente e infantile, viziato, ossessionato, lui immortale, dal controllo e da una profezia, che lo minaccia. Curioso, visto come considera la mortalità umana.
Detto questo, si può aggiungere che se si arrabbia sono zot di dolore atroce (anche tra parenti), ma a livello intellettivo è piuttosto tonto. Così tonto, da usare come consigliere Prometeo, che ha condannato a essere mangiato per l'eternità da un'aquila in cima a una rupe e che senza dubbio è l'entità che lo odia più di tutti.
Dioniso, che qui si presenta come il classico moccioso troppo ricco dentro una famiglia potente e disfunzionale con padre distante e una matrigna avversa, ha solo due desideri: fare qualcosa che riesca a solleticare l'interesse del padre, Zeus, e incontrare l'amore, che osserva negli umani. Nel suo inseguire feste, gratificazione immediata e il piacere è lo specchio del suo corrispettivo antico, ma poi rivela una spinta alla rivoluzione quasi imprevista.
Il gruppo di personaggi classici più interessanti, però, resta quello che comprende Orfeo ed Euridice, il Minotauro e di Dedalo, e Persefone e Ade: le loro storie originali fanno solo da canovaccio alle vicende dello show, che poi si sviluppano in altre direzioni.
Euridice sceglierà infatti un futuro diverso da quello descritto nel mito, con buona pace del suo Orfeo e del viaggio compiuto nell’Ade per riprendersela, contro tutto e tutti, col solo aiuto di Dioniso e Caronte. Quest’ultimo decide di supportare l'artista solo perché glielo ha chiesto Prometeo. Va detto che nella serie, il traghettatore delle anime e il Titano che “riflette prima di agire” hanno una relazione.
Per quanto riguarda invece Dedalo, Icaro e il Minotauro, quello che nella mitologia è un ibrido tra uomo e toro resta invece completamente umano nella serie e quella del toro è solo un’armatura. Del sacrificio rituale al Minotauro non c’è traccia in Kaos, se non nella misura in cui viene usato come boia dal presidente di Creta. Icaro prova a volar via solo dopo aver capito il ruolo del padre nel confinare qualcuno, ormai diviso tra uomo e “animale”. Se da un lato, poi, è sempre Dedalo (sia nel mito che nella serie) ad aver costruito il labirinto di cui il suo nome diventa sinonimo, in Kaos il Minotauro viene ucciso in un modo abbastanza diverso.
Epilogo
Di sicuro ci è sfuggito qualche rimando, ma non vediamo l'ora di goderci le trovate della seconda stagione, che sarà di certo all'altezza della prima!
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