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Immagine del redattoreArmando Di Bucchianico

L'ACCADEMIA di ATENE: tra palestre e ginnasi

Non sappiamo con esattezza a che età i giovani dell'antica Grecia cominciassero ad esercitare il proprio corpo. Alcuni dicono dagli otto anni, ma più probabilmente dai dodici, quando frequentavano già da diversi anni ormai la scuola. Ovviamente questo discorso, però, non vale per i ragazzi Spartani che, già dai sette anni, venivano strappati dalle proprie madri per vivere nelle caserme insieme agli adulti e per prepararsi alla guerra. Lì molti non raggiungevano neanche la maggiore età e, quei pochi che la raggiungevano, era vere e proprie macchine da guerra: fisicamente e psicologicamente. Perché, e questo valeva non solo a Sparta, nelle palestre e nei ginnasi greci non si puntava a migliorare solamente la forma fisica.

Ogni scuola aveva le proprie palestre mentre, per gli adulti, erano messi a disposizione dallo stato stesso dei ginnasi, spesso collegati ai bagni pubblici.

Il più grande complesso di palestre e ginnasi di tutta l'antica Grecia era ad Atene, il suo nome era l'Accademia. Queste palestre e questi ginnasi erano ospitati da uno spazio quadrato, all'aperto, circoscritto da mura. Su un lato si aprivano gli spogliatoi e, i ginnasi, offrivano anche sale da riposo con banchi disposti lungo le pareti (esedre), sale da bagno, depositi di olio e di sabbia, indispensabili per ogni esercizio fisico.

Nelle palestre dei più giovani, invece, a controllare e ad insegnare vi era il pedotribo (oggi lo chiameremmo comunemente personal trainer o insegnante di scienze motorie). Questo portava un mantello color porpora che, talvolta, si toglieva quando c'era da fare una dimostrazione di un esercizio.

Sia nella palestra che nel ginnasio gli atleti si esercitavano nudi (il termine ginnastica deriva difatti da γυμνός, "nudo"), con il corpo unto di olio e cosparso di sabbia e di polvere.

Dopo tanta fatica e sudore, ci si ristorava nelle grandi vasche e nelle piscine dei bagni pubblici, il cui prezzo d'ingresso era molto basso. C'erano anche vasche di acqua calda e vere e proprie saune. Non si andava ai bagni solo per lavarsi e rilassarsi, ma anche per incontrarsi con amici o, se si era dei personaggi politici, per sviluppare le proprie pubbliche relazioni.

In alcune sale erano ammesse donne dei ceti più bassi, le nobili restavano nel proprio gineceo (da γυνή, "donna", "sposa").

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