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Immagine del redattoreArmando Di Bucchianico

L'ANELLO OMERICO

Omero di frequente si ripete e questa tendenza alla ripetizione è un indizio di oralità.

Ma c'è un altro tratto peculiare della sua poesia strettamente connesso con l'oralità: il poeta riprende elementi tematici ed espedienti narrativi in posizioni precise, come all'inizio e alla fine di determinate sezioni. Questo modo di procedere viene chiamato "composizione ad anello" (Ringkomposition) e, dopo essere stato coniato nei cicli omerici, è divenuto diffusissimo nel panorama letterario generale (evolvendosi e digredendo con esso).

La composizione ad anello poteva aiutare a memorizzare porzioni del racconto, ma era utile anche per costruire una cornice attorno ad un punto della trama, a un evento o un personaggio, evidenziarne la funzione, riprendere il filo del canto dopo una deviazione.

Si tratta di un elemento caratteristico della poesia arcaica in generale, ma in Omero assume particolare rilievo; è riscontrabile, ad esempio, in pressoché tutti i discorsi diretti che cominciano e finiscono con un'indicazione precisa: "...e dunque disse: [...] / così egli aveva parlato".

Ma la struttura può anche essere più complessa, e coinvolgere l'ordine del discorso in forma circolare (basta pensare al momento in cui Achille conforta Priamo in Iliade 24, 599-620).

Tutti questi tratti, che poi ritroviamo nei poemi e che sono la schiacciante prova della loro stratificazione originariamente in forma orale, diventeranno, dopo Omero, tratti da imitare

L'anello omerico diventerà un elemento dello stile e non più una caratteristica generica dell'opera.

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