Sparta non fu mai nota per la propria produzione artistica, poiché la polis riteneva molto più importante concentrarsi sull'arte della guerra (così era da loro definita, sebbene secondo molti altri popoli, più pacifici, i vocaboli guerra e arte facciano riferimento a condizioni opposte).
Tuttavia, a volte anche gli spartani esprimevano le proprie emozioni e passioni tramite le arti come, ad esempio, la scultura. Proprio per questa minore frequentazione nell'espressione artistica, molte loro opere appaiono senza uno stile peculiare, ma uniformati allo stile dei loro predecessori, gli Achei.
Comunque, sebbene le opere arrivate a noi siano di numero molto inferiore rispetto a quelle ateniesi, è possibile trovare riferimenti alla guerra anche nelle sculture spartane.
La statuaria in bronzo riproduceva soldati ed eroi combattenti. Spesso le armi di queste statue, a grandezza naturale, erano placcate in oro, argento o colorate con polveri impastate con acqua.
Non mancavano anche statuette che riproducevano donne spartane, in tal caso a rappresentare il matriarcato e a simboleggiare augurio di fertilità o di vittoria in battaglia. In questo caso caratterizzate da una certa durezza nei tratti somatici, con corpi e volti stretti, allungati e talvolta asimmetrici
Infine, sono state rinvenute diverse teste in terracotta riproducenti Artemide, in larga parte provenienti dall'iconico Santuario di Artemide Orthia, uno tra i più importanti siti religiosi spartani di epoca classica. Alla statuaria si aggiunge un'ampia produzione in terracotta, nelle colonie occidentali più che nella madrepatria.
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