Il più antico centro culturale della terraferma greca è la regione dell'Attica. Questa venne unificata sotto il re dell'Acropoli di Atene nel 950, durante il periodo dello stile geometrico, così denominato a causa dei decori presenti sulle ceramiche rinvenute.
Dall'Attica provengono anche le più antiche testimonianze della scrittura greca. In seguito Atene cedette il passo all'isola di Eubea, anch'essa colonizzata dagli Ioni, portatori quindi della civiltà micenea. L'Eubea trasmise la poesia ionica alla Beozia, esercitò una profonda influenza grazie alla sua cultura a sfondo cavalleresco e fu all'avanguardia nella costruzione di navi e nella colonizzazione della penisola calcidica e del golfo di Napoli.
La guerra delle contigue città di Calcide e di Eretria in lotta per il possesso della pianura lelantica, a cui parteciparono tutte le principali comunità greche del tempo pose fine alla prosperità di quest'isola.
Malgrado la forte affluenza di nuovi elementi immigratori, l'epoca compresa tra la distruzione dei castelli micenei e l'evoluzione dello stile arcaico in seno all'arte greca, rappresenta un periodo di transizione durante il quale gli elementi della cultura micenea restano assai significativi. Il che spiega il primato tanto culturale quanto politico delle regioni ioniche non raggiunte dai Dori sebbene l'Argolide e la Beozia, cioè il cuore della cultura micenea, siano state occupate da Dori provenienti da sud.
Le opere massime di questo periodo di transizione sono i Grandi Poemi Omerici dell'Iliade e dell'Odissea, che narrano corrispettivamente alcune vicende della leggendaria Guerra di Troia e il vagabondaggio e il ritorno a Itaca di Odisseo.
L'Iliade coincide con la comparsa della figura umana contemporaneamente nella pittura e nelle arti plastiche, verso il 675. Le leggende che si riallacciano agli avvenimenti storici dell'epoca micenea, ai suoi eroi e ai suoi castelli, sono nate sicuramente nell'antica terra micenea e nei territori colonizzati da Ioni ed Eoli.
Queste leggende venivano poeticamente concepite in un'antica lingua d'arte dai rapsodi e degli aedi che le recitavano e cantavano in versi esametri nelle corti principesche.
In seguito furono coordinate.
La tradizione riconosce in Omero (di cui sette città si contendono i natali) l'autore di due poemi principali. Sempre secondo la tradizione, tra il settimo e il sesto secolo moltissimi altri poeti avrebbero raccolto l'intero ciclo di racconti, che vedevano protagoniste le vicende troiane, coordinandoli nei poemi epici del cosiddetto ciclo omerico, di cui l'Iliade e l'Odissea formano una parte centrale. Questi due poemi, gli unici grandi poemi pervenutici, offrono un quadro esauriente della vita dei principi della Grecia in quei tempi.
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