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Immagine del redattoreArmando Di Bucchianico

La METRICA

La metrica greca, molto simile anche a quella latina, è l'insieme di tutte le regole fonetiche che regolano la composizione dei versi poetici.


La metrica c'è, sebbene indirettamente, anche nella lingua italiana. Alcuni esempi sono le rime oppure l'isosillabica (quindi l'utilizzo della stessa quantità di sillabe per ogni verso) e, comunque, in generale tutti quelli elementi necessari a dare "ritmo" alla lettura e a far distinguere un brano in poesia da un brano in prosa.


La differenza con l'italiano però è che, mentre la nostra "metrica" è accentuativa, quella greca è una metrica quantitativa, cioè basata sulla quantità di ogni singola sillaba (possono esserci, quindi, sia sillabe brevi che sillabe lunghe).


Per distinguere una sillaba breve da una sillaba lunga, è sufficiente seguire le normali regole della sillabazione greca:

  • se una sillaba contiene una vocale breve, è breve (λέγω)

  • se una sillaba contiene una vocale lunga o dittongo, è lunga (δῶρον)

  • se una sillaba contiene una vocale breve che è seguita da due consonanti o da una consonante doppia (ξ, ζ, ψ), la sillaba diventa lunga per posizione (κόλπος, δοξα)


Se però in quest’ultimo caso le due consonanti sono un’occlusiva (κ, γ, χ, π, β, φ, τ, δ, θ) seguita da una liquida (λ, ρ) o da una nasale (μ, ν), la sillaba è ancipite, cioè può essere sia breve sia lunga (πατρος).

Negli schemi metrici le sillabe brevi sono indicate con il segno ˘, mentre le sillabe lunghe con il segno ‾ (esattamente come avviene per le vocali).


I versi delle poesie greche sono suddivisi in blocchi di sillabe chiamati piedi. I piedi più comuni sono i seguenti:


  • dattilo, formato da una sillaba lunga e due sillabe brevi (−∪∪)

  • spondeo, formato da due sillabe lunghe (−−)

  • trocheo, formato da una sillaba lunga e una sillaba breve (−∪)

  • giambo, formato da una sillaba breve e una sillaba lunga (∪−)

  • anapesto, formato da due sillabe brevi e una sillaba lunga (∪∪−)


In ogni piede c’è una sillaba su cui cade l’accento ritmico (chiamato ictus). In altre parole, in ciascun blocco c’è una sillaba su cui la voce deve soffermarsi con maggiore intensità. La sillaba su cui cade l’accento ritmico prende il nome di arsi, mentre le altre prendono il nome di tesi.

Di conseguenza, per leggere in metrica non dobbiamo fare altro che mettere in evidenza le sillabe su cui cade l’accento ritmico.

Facciamo un esempio pratico con l’esametro, un verso formato da sei piedi che a scuola si incontra molto spesso:

Come possiamo notare, qui l’accento ritmico cade sempre sulla sillaba lunga all’inizio di ogni piede. Se a questo punto prendiamo un qualsiasi esametro da un’opera greca, ci basta farne la scansione metrica (cioè distinguere le sillabe brevi dalle sillabe lunghe e segnare quelle su cui cade l’accento ritmico) e poi leggere il verso in metrica:


τίς τ’ἄρ σφωε θεῶν ἔριδι ξυνέηκε μάχεσθαι;

‾ ‾ | ‾ ˘ ˘ | ‾ ˘ ˘ | ‾ ˘ ˘ | ‾ ˘ ˘ | ‾ ˘

τίς τ’ἄρ σφωε θεν ἔριδι ξυνέηκε μάχεσθαι;


All’interno di ogni verso c’è una cesura, una sorta di pausa che divide il verso in due parti. Se la cesura si trova dopo un’arsi, si parla di cesura maschile. Se invece si trova dopo una tesi, si parla di cesura femminile.

La cesura può essere:

  • pentemimera (o semiquinaria), se si trova subito dopo l’accento ritmico del terzo piede

  • eftemimera (o semisettenaria), se si trova subito dopo l’accento ritmico del quarto piede

  • tritemimera (o semiternaria), se si trova subito dopo l’accento ritmico del secondo piede


Ad esempio:


πολλὸν ὑπεκπροθέει, || φθάνει δέ τε πσαν ἐπ’αἶαν

κπέρσαι Πριάμοιο πόλιν, || εὖ δ’οἴκαδ’ἱκέσθαι

οὐλομένην, || ἣ μυρί’ Ἀχαιοῖς λγε’ ἔθηκε


La cesura tritemimera è una cesura secondaria e di solito accompagna un’altra cesura.

Se la cesura si trova contemporaneamente alla fine di una parola e alla fine di un piede, prende il nome di dieresi.


I principali versi della metrica greca sono:


  • esametro

  • pentametro

  • distico elegiaco

  • trimetro giambico


Esametro

È formato da sei piedi e presenta il seguente schema:

Nei primi quattro piedi le due sillabe brevi possono essere sostituite da una sillaba lunga (in teoria anche nel quinto, ma in realtà lì ci sono quasi sempre due brevi).

La cesura più frequente è la pentemimera, ma ogni tanto può capitare di trovare anche l’eftemimera.


Pentametro

È formato da cinque piedi e presenta il seguente schema:

Nei primi due piedi le due sillabe brevi possono essere sostituite da una sillaba lunga.

La cesura è sempre pentemimera.


Distico elegiaco

È formato dalla successione di un esametro e di un pentametro:


Trimetro giambico

È formato da tre metri giambici (un metro giambico equivale a due giambi):

La cesura più frequente la cesura femminile dopo la terza o la quarta tesi (cioè dopo la terza o la quarta sillaba breve).

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