L’accento greco è vincolato a determinate posizioni, può cadere solo su una delle ultime tre sillabe se si tratta di un accento acuto e su una delle ultime due se si tratta di un circonflesso.
Le leggi fondamentali dell’accento greco sono due, la LEGGE DEL TRISILLABISMO e LA LEGGE DEL TROCHEO FINALE.
La LEGGE DEL TRISILLABISMO è la norma secondo cui l’accento non può risalire oltre la terzultima sillaba.
La sillaba regolatrice è l’ultima:
se l’ultima sillaba è breve, l’accento può risalire fino alla terzultima sillaba;
se l’ultima sillaba è lunga (con vocale lunga o dittongo), l’accento non può risalire oltre la penultima sillaba.
Secondo la LEGGE DEL TROCHEO FINALE (o LEGGE SOTÉRA), quando ad una vocale lunga portatrice di accento segue, in ultima posizione, una vocale breve, l’accento non può che essere CIRCONFLESSO.
Prende impropriamente il nome dal trocheo, che è il piede metrico caratterizzato da una successione di sillaba lunga e sillaba breve ( ‾ ˘) ed è detta anche sotéra, dal sostantivo σωτήρ (“salvatore”) al cui accusativo singolare (σωτῆρα) tale legge è in atto.
È opportuno osservare che la posizione e la natura degli accenti possono cambiare nel corso delle flessioni, sia nominali che verbali.
Alcuni esempi.
Il sostantivo ἄγγελος (“messaggero”), proparossitono al nominativo songolare, diventa parossitono al genitivo singolare (ἀγγέλου) per effetto della legge del trisillabismo: la desinenza del genitivo è lunga e dunque l’accento non può risalire oltre la penultima sillaba.
Il sostantivo δῶρον (“dono”) è properispomeno ai casi diretti (N/A/V) del singolare per effetto della legge del trocheo finale: infatti, ad una vocale lunga portatrice di accento segue una vocale breve. Al venire meno di queste condizioni, il sostantivo riacquista, in altri casi della flessione, l’accento acuto, come accade al genitivo singolare δώρου.
Esistono almeno altri due fenomeni.
La norma di Vendryes: nel dialetto attico di età classica, le parole trisillabiche in altri dialetti properispomene, diventano proparossitone.
Es. βεβαῖος, “sicuro” → att. βέβαιος
La legge di Wheeler (o dattilo finale): in una parola terminante con una sequenza di una lunga seguita da due brevi ( ‾ ˘ ˘ ) le parole in origine ossitone diventano parossitone.
Es. Non *λελυμενός ma λελυμένος
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