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Immagine del redattoreArmando Di Bucchianico

Le RADICI del NATALE nell'ANTICA GRECIA

Natale è la festa più importante della Cristianità viene festeggiata da vari Paesi con diversi costumi che hanno radici profonde nelle loro tradizioni. Nella Bibbia non vengono celebrate le nascite ma le morti; il giorno della memoria dei santi e dei martiri era il giorno della loro morte, mentre la celebrazione della nascita veniva condannata come “pagana”. Il Natale non veniva festeggiato durante i primi trecento anni della Chiesa; la data del 25 dicembre è stata decisa a Roma da Papa Giulio I nel 4° sec. d.C. La verità è che quella data coincideva con le antiche celebrazioni del solstizio invernale e del “ritorno” del sole, sole che per molti popoli era un dio. Da allora Cristo è il sole, è colui che ha dato la luce al mondo. Nella Grecia Antica viene identificato in Apollo, portatore della luce del sole, raffigurato su un carro volante trainato da cavalli. Guardando con attenzione nel mondo greco antico possiamo notare anche la somiglianza fra la nascita di Cristo e quella di Dioniso, Dio del Vino. I Greci, durante il periodo del solstizio celebravano la nascita di Dioniso, che chiamavano “salvatore” e “bambino divino”, nato dalla vergine Semele. Nella versione religiosa orfica, Zeus, dopo aver raccolto ciò che rimaneva del corpicino del diletto figlio Zagreo, generato da Persefone e ucciso dai Titani, cucina il suo cuore in un brodo che fa bere a Semele; lei partorisce un fanciullo con due corna, Zagreo, uno dei tanti nomi di Dioniso. Questo avviene in una grotta di una montagna cretese, Idi. Le sacerdotesse prendono Dioniso e salgono in cima alla montagna sacra piangendo di gioia ed esclamando: “Dioniso è rinato. Dioniso vive”. In una epigrafe dedicata al dio viene riportato: “Sono io che ti proteggo e ti guido, io sono l’alfa e l’omega”.

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