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Immagine del redattoreArmando Di Bucchianico

Le SIRENE e le ARPIE

Molti di noi immaginano il fascino ammaliatore delle Sirene come una loro prerogativa fisica, almeno per quanto riguarda parte superiore del corpo, quella che emerge dalle acqua sulla cosa di pesce.

Per i Greci, però, le Sirene erano sì ammaliatrici pericolose, ma per le loro straordinarie doti musicali e canore, che le avvicinavano alle Muse.

Il loro aspetto, invece, era orripilante: avevano testa umana e, forse, anche mammelle e braccia da donna, me per il resto somigliavano a uccellacci spelacchiati, con artigli fatti apposta per ghermire. Tuttavia il loro modo di catturare i marinai, per poi poterli divorare, si affidava, come già detto, al canto: dall'isola prossima a Scilla e Cariddi, dove stavano in agguato, facevano giungere all'equipaggio delle navi i loro sinfonici e melodiosi canti, esortando gli uomini che facevano parte di questo ad avvicinarsi alla riva per poterle udire e assaporare meglio, facendo leva sull'ignoranza, la mancanza culturale e il desiderio carnale della maggioranza dei marinai, e la trappola mortale scattava immancabilmente.

Almeno così Omero fa narrare a Odisseo.

Esse, tuttavia, sembra avessero un loro spessore mitologico anche al di fuori dei racconti di mare.

Queste, infatti, figlie del dio fluviale Acheloo, o di Forco, nonché di una Musa, erano in qualche modo collegate a Persefone, la regina degli Inferi; forse il loro compito, dunque, era quello di addolcire con il canto il viaggio verso la morte. Si spiega, così, perché anche di loro si dice che fossero in origine bellissime fanciulle, che rinunciarono alla bellezza pur di avere dagli dei le ali per poter volare e seguire l'amica Persefone quando fu rapita da Ade.

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