Sini, gigante dotato di immensa forza, figlio di Procruste, era soprannominato “curvatore di pini” a causa di una pratica abituale alla quale sottoponeva i malcapitati viandanti che si imbattevano nel suo cammino.
Dopo aver piegato dei pini, legava le mani e i piedi di un ignaro passante alle due fronde opposte e, dopo averle rilasciate e fatte così raddrizzare con un colpo deciso, provocava lo smembramento e il dilaniamento del corpo della sciagurata vittima.
In alternativa, fletteva un solo albero e vi fissava il corpo di uno sventurato prescelto: una volta lasciata andare la chioma dell’albero, scagliava lontano il povero uomo facendolo precipitare rovinosamente al suolo.
L’eroe attico Teseo rese giustizia a tutti i lutti causati da Sini. Incontratolo durante il suo cammino verso Atene, difatti, Teseo lo sfidò nei pressi dell’Istmo di Corinto e lo uccise servendosi della medesima pratica macabra che il sadico brigante amava tanto sperimentare.
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